COORDINAMENTO DELLE SOCIETA’ DI MUTUO SOCCORSO DELLA
SARDEGNA
CENTRO PER LA RICERCA E LO STUDIO DELLE SOCIETA’ DI MUTUO SOCCORSO SARDE

 

L'Europa e le Mutue

L’Europa conosce differenti tradizioni di economia sociale. In tutti gli Stati Membri esistono attività con queste caratteristiche, ma spesso non vengono definite “economia sociale”. Queste attività si sono sviluppate e organizzate sotto denominazioni diverse a seconda delle circostanze economiche, giuridiche e sociali dei diversi paesi.

L’economia sociale è oggi un elemento del modello sociale europeo con cui collabora per raggiungerne gli obiettivi.

La diversità delle forme dell'iniziativa imprenditoriale è una ricchezza per l'Europa e per la sua economia; l'Europa deve pertanto garantire l'efficacia della sua imprenditorialità, soprattutto trattando tutte le forme di società allo stesso modo, mettendo a loro disposizione un quadro giuridico adattato alle particolarità di ciascuna, e permettendo loro di sviluppare liberamente le proprie attività e potenzialità.

Il diritto ad una “imprenditorialità diversa” deve essere riconosciuto ed incoraggiato.

Il peso economico delle società mutualistiche e la loro presenza nella società ne fanno dei protagonisti essenziali dell'economia europea.

Si tratta di imprese vere e proprie, che operano sugli stessi mercati sui quali operano le società per azioni, attente alle esigenze degli investitori. Come le altre imprese, devono essere concorrenziali ed affrontare le sfide poste dalla mondializzazione dell'economia, dall'internazionalizzazione degli scambi, dalle concentrazioni o dalle innovazioni tecnologiche.

Le mutue possono giocare un ruolo importante nella costruzione di un'Europa sociale e dei cittadini poiché rappresentano per loro stessa natura una forza di mobilitazione e coesione sociale e sono adatte a rispondere a determinati bisogni della popolazione o a coprire eventuali carenze del mercato e dei servizi di pubblica utilità. Le mutue, basate su valori di solidarietà, ma allo stesso tempo imprese efficienti e competitive, potrebbero essere strumenti utili per raggiungere gli obiettivi fissati dal vertice europeo di Lisbona nel marzo 2000, intesi a combinare una crescita economica sostenibile con il miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione e una maggiore coesione sociale.

Le mutue potrebbero essere molto utili nei nuovi paesi entrati nell'UE, come strumenti di modernizzazione delle economie e per rendere accessibile l'economia di mercato a strati di popolazione quanto più larghi possibile e potrebbero costituire scuole di partecipazione responsabile e civile per permettere lo sviluppo di una cultura imprenditoriale a numerosi cittadini che diversamente avrebbero solo accesso limitato alle funzioni di gestione.

Quali sono quindi i problemi che hanno bloccato e bloccano lo sviluppo di un Statuto Europeo per le Mutue?

Sempre più frequentemente le mutue cercano di riavvicinarsi e instaurare legami di collaborazione in Europa.

Tuttavia, sebbene la libertà di svolgere determinate attività in forma mutualistica sia riconosciuta in molti Stati membri e sebbene le mutue beneficino della libertà di stabilimento prevista dal trattato, la diversità delle disposizioni nazionali in materia ostacola in pratica lo sviluppo di attività su scala europea.

Le legislazioni nazionali riflettono le tradizioni estremamente varie degli Stati membri in materia di mutue.

Poiché ciascuno Stato desidera preservare la propria specificità, è lecito supporre che una riduzione dei riferimenti alla legislazione dello Stato membro nel quale la mutua europea ha sede sia molto difficile da ottenere.

Per giungere ad uno strumento europeo interessante, efficace e trasparente, sarebbe pertanto preferibile andare nella direzione di norme comuni a tutte le mutue europee.

Nel 1992 la Commissione ha presentato tre proposte di regolamento recanti statuto, rispettivamente, di una società cooperativa europea (SCE), di un'associazione europea (AE) e di una mutua europea (ME).

Ogni regolamento era corredato da una direttiva relativa al ruolo dei lavoratori.

Questi testi avevano la finalità di dotare queste tre forma di società (cooperativa, associazione e mutua) di uno strumento giuridico che consentisse loro di sviluppare attività transnazionali attraverso tutta l'Unione europea, in quanto lo statuto di società europea (SE), a quel tempo in discussione, non portava soluzioni adatte alle loro caratteristiche specifiche.

Le tre proposte sono state modificate nel 1993 per tener conto del parere del Comitato economico e sociale europeo e del Parlamento europeo.

Il gruppo " Diritto delle società " del Consiglio ha lavorato su questi testi fino al 1996, anno in cui divergenze inconciliabili tra gli Stati membri sullo statuto della società europea e più in particolare sulla direttiva sul ruolo dei lavoratori hanno fermato i lavori.

Un compromesso è stato trovato in occasione del vertice di Nizza nel dicembre 2000.

La presidenza svedese aveva allora deciso di riprendere i lavori sugli altri tre statuti, cominciando con quello della SCE, per poi passare alla AE ed infine alla M.E.

Lo statuto della SCE è stato adottato nel luglio 2003. Per quello che riguarda le mutue la Commissione ha pubblicato nell'ottobre 2003 sul sito internet Europa un documento di consultazione " Le mutue nell'Europa allargata".

L'obiettivo era quello di lanciare un dibattito sulle mutue, d'analizzare i limiti e i problemi della forma mutualistica e le prospettive.

Alla fine della consultazione, e' sembrato netto l'interesse delle società mutualistiche di arrivare alla definizione di uno statuto europeo.

L'adozione di questo statuto, che le società mutualistiche e le organizzazioni che le rappresentano chiedono con insistenza sempre maggiore, metterebbe le mutue, in seno alla Comunità, su un livello di pari concorrenza con le altre forme di società già dotate o in via di dotarsi di uno statuto europeo specifico.

Uno statuto europeo della mutua europea equivarrebbe ad un riconoscimento ufficiale della realtà delle mutue, del loro significato economico e sociale e costituirebbe un'opportunità per le mutue di essere parte attiva del processo di integrazione europea, soprattutto per quanto concerne le collaborazioni tra le nazioni.

Lo statuto, in quanto strumento facoltativo, non intende in alcun caso sostituirsi alle legislazioni dei diversi Stati membri.

Allo stesso modo, lo statuto non intende uniformare tali legislazioni, tuttavia, a termine potrebbe produrre un effetto d'armonizzazione indiretta se diviene un punto di riferimento per i legislatori degli Stati membri.

Questo effetto potrebbe essere ancora più accentuato nei paesi candidati, la cui legislazione in materia di mutue è ancor in gran parte da elaborare.

Dal punto di vista politico, il Parlamento europeo ha in più occasioni cercato di portare l’attenzione dell’Unione sulle società mutue ed alla fine del 2002 è stato ricostituito un intergruppo parlamentare sull'economia sociale che si è occupato in diverse occasioni del problema della mutualità europea .

Adesso il Parlamento è particolarmente attento ai temi dell’economia sociale e lo sblocco avvenuto con lo Statuto delle società europee e delle Società cooperative europee permetterà di concentrare ancor più l’attenzione su questo tema.

Il lavoro in Parlamento è, in questo campo, particolarmente delicato. Le forze politiche sono impegnate a cercare una mediazione, che non è soltanto legislativa, ma che riguarda soprattutto differenti tradizioni di modelli di stato sociale.